di Fabiano Del Papa
Mica male, l’idea. Adesso si tratta di portarla avanti e tradurla in realtà.
L’associazione “Confabitare“ (proprietari immobiliari) e il “CORTA“ (comitato dei residenti) si sono accordati per mutare definitivamente il volto delle frazioni fermane San Tommaso e Lido Tre Archi, due siti che, quando vennero al mondo, qualche decina di anni or sono, e in special modo il secondo, lanciarono messaggi di squisita ospitalità al turismo ricettivo nonché di promettenti capacità di investimento a tutti quanti. Oggi, anno del Signore 2021, è sotto gli occhi di tutti il livello di inquinamento sociale, arretratezza, disordine urbano e, diciamolo pure, pericolosità raggiunto da questi due agglomerati urbani in terra fermana. Soprattutto dal turbolento “Tre Archi“.
Unificare le due zone, bonificarle e chiamarle in modo diverso
Orbene, ecco l’idea: unificare le due zone, bonificarle a dovere e chiamarle in modo diverso. Il nome delle vie, delle città, dei luoghi di rilievo o di interesse, del resto, sono sostanzialmente marchi significativi che segnano, in qualsiasi angolo del pianeta, la storia umana. L’operazione avrebbe anche un suo rilievo psicologico e questo non va sottovalutato affatto. E quindi, tanto per entrare nel dettaglio tecnico, si tratterebbe di adottare una nuova denominazione toponomastica per l’unico popoloso e dinamico quartiere che partorirebbe questa fusione.
Il nome scelto dagli studenti
Prima di tutto diciamo pure che i promotori stanno mostrando di muoversi con un piglio perfettamente democratico. Infatti, questa nuova denominazione dovrà scaturire dalle scelte ben ponderate che saranno assunte personalmente dagli studenti delle scuole superiori (un progetto ancora da definire nei particolari). Una volta esaurita tale fase, tutta la raccolta dei pareri verrà sottoposta al vaglio della Giunta Comunale di Fermo, unitamente alla relazione tecnica di una “Commissione di Valutazione“. Per dovere di cronaca aggiungiamo pure una chicca gradevole : la proposta migliore verrà premiata con buoni acquisto, per strumenti elettronici, fino a mille euro.
Ordunque, Fermo si muove. Molto lentamente (peraltro, in perfetta coerenza col suo vetusto nome), ma si muove. Va ricordato che dello stato di degradazione materiale, urbana, sociale e sanitaria (sì, anche sanitaria) raggiunto da Tre Archi si è persino interessata la cronaca nazionale. Fatti di sangue, commerci illeciti, risse, sparatorie, prostituzione, spaccio di stupefacenti e via di questo passo hanno gettato nel discredito totale non solo l’area di cui stiamo parlando (e con immaginabili ripercussioni sul valore degli immobili), ma anche lo stesso capoluogo, seppur distante una dozzina di chilometri.
Una Casa del Quartiere
Puntualizza Confabitare : “….. valorizzare il quartiere efficacemente non significa soltanto realizzarvi un orto sociale, una palestra e qualche aerea per attività ludiche … “, tutti programmi, peraltro, ancora in mente Dei, “ ma creare una Casa del Quartiere “. Una Casa del Quartiere ? E che sarebbe ? Lo accenniamo in punta di penna e con l’auspicio che, effettivamente, tutto il progetto possa marciare a vele spiegate e tradursi in realtà, come ipotizzato, entro la prossima Pasqua. La “ Casa del Quartiere “ va intesa (e proprio in senso materiale) come un contenitore multidisciplinare dove possano trovare posto uffici e strutture primarie al servizio dell’intera zona, come una farmacia, una guardia medica, un presidio delle Forze dell’Ordine, aule scolastiche, ricreative, locali per conferenze pubbliche, eccetera. Una cosa, insomma, che “ s’ha da fare “. E come si fa a non condividere un progetto del genere che, fra l’altro, ci pare abbia anche una forte valenza culturale ! Perchè è altresì culturale il senso di questa palingenesi urbana.
Quando tutti i residenti si sentiranno accomunati da qualcosa che può unirli anche spiritualmente, quando potranno muoversi compatti e in maniera civile per il raggiungimento di obiettivi sani e giusti, quando sarà offerta loro una molteplicità di servizi e sostegni degni di una civiltà avanzata, quando ci saranno sportelli informativi efficienti e utili anche a persone con difficoltà oppure a pacifici immigrati in condizioni di sofferenza, quando verranno erogati con competenza suggerimenti a tutti i genitori oppure fornite opportune consulenze sindacali, quando, insomma, si potrà realizzare tutto questo con solerzia e onestà, vogliamo proprio vedere se continueranno a gironzolare per il quartiere spacciatori senza scrupoli o elementi rissosi come nelle taverne degli angiporti. E non dimentichiamoci mai, fra l’altro, e con preciso riferimento a “ Tre Archi “, che stiamo parlando sostanzialmente di un gruppo di case e di edifici realizzati in faccia al mare, ma non di un mare qualsiasi. Stiamo parlando di quello Adriatico, il più dolce e invitante del mondo…
Ciò detto, a questo punto è il caso di richiamare alla memoria il seguente motto latino : homo locum ornat. Giusto ?