di Massimiliano Bartocci –
Condannato all’ergastolo l’ex esponente di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini di 68 anni, considerato il quinto esecutore della strage di Bologna del 2 agosto 1980, costata la vita a 85 persone e il ferimento di altre 200.
Dopo 41 anni Paolo Bellini (definito “il killer protetto dai servizi”) si aggiunge così agli altri condannati in via definitiva: i Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e, in primo grado, Gilberto Cavallini (il cui processo di secondo grado è stato rinviato al 2023).
Con Bellini sono stati condannati anche l’ex capitano dei Carabinieri Piergiorgio Segatel (sei anni per depistaggio) e dell’ex amministratore di alcuni immobili di via Gradoli a Roma, Domenico Catracchia (quattro anni per false informazioni ai pm).
Questo processo si è tenuto dopo che la Procura generale ha avocato a se le indagini e dopo l’incredibile richiesta di archiviazione di altri magistrati.
Le indagini oltre a portare alle condanne sopra descritte hanno indicato come responsabili il capo della loggia P2 Licio Gelli, il suo braccio destro Umberto Ortolani, il dirigente del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato (considerato “mandante-organizzatore”) e il giornalista ed ex senatore Mario Tedeschi.
Per questi motivi non è ancora stata scritta la parola “fine” su questa vicenda.
“E’ un giorno importante perché si conclude in maniera positiva un lavoro di 40 anni”, ha detto alla Tgr Rai dell’Emilia-Romagna Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime.
Intervista al presidente dell’associazione dei familiari delle vittime
Fermo News ripropone l’intervista a Paolo Bolognesi realizzata agli inizi del duemila da “Riflessi video” di Porto San Giorgio in collaborazione con l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione delle Marche e con la Provincia di Fermo.