di Massimiliano Bartocci –
Si è tenuto Venerdì’ 19 Agosto 2022 presso l’Hotel Caminetto di Porto San Giorgio un interessante tavolo tecnico sui disagi giovanili organizzato dal Dipartimento Politiche Sociali Forza Italia Marche, coordinato dalla dott.ssa Alessandra Di Emidio
Al centro del Tavolo i problemi dei ragazzi: il bullismo, il cyberbullismo, i rischi del web e la dispersione scolastica.
Il primo di una serie di appuntamenti
“È questo, il primo di una serie di appuntamenti, che si svolgeranno in tutta la Regione”, ha precisato la dott.ssa Alessandra Di Emidio, moderatrice dell’incontro “domani saremo a San Benedetto del Tronto con la stessa tematica, il 22 Agosto a Senigallia per parlare di disabilità, il 29 a Civitanova Marche il tema sarà quello delle realtà migratorie e il 30 Agosto a Pesaro sempre sul bullismo dove sarà presente anche un esperto della Polizia Postale”.
I saluti delle autorità e delle rappresentanze politiche
Il tavolo tecnico è stato aperto dai saluti di rito delle autorità e delle rappresentanze politiche presenti, in primis quelli del Sen. Francesco Battistoni, Coordinatore Forza Italia che in videoconferenza ha espresso tutto il suo apprezzamento per l’iniziativa.
È stato quindi il turno del Sindaco di Porto San Giorgio Valerio Vesprini,
del Consigliere della Regione Marche e Capogruppo di FI Marche Jessica Marcozzi,
di Alessandra Petracci, Assessore comunale Porto San Giorgio, che ha introdotto in collegamento telefonico l’On. Catia Polidori, Membro della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo e Coordinatrice nazionale Azzurro Donna
ed infine del Consigliere Comunale Giuseppe Maccarrone.
Il bullismo e strategie d’intervento
L’incontro è entrato nel vivo con la relazione della Dott.sa Silvia Serroni, Pedagogista e Neuropsichiatra, che ha illustrato il fenomeno del bullismo e le strategie d’intervento possibili.
Un fenomeno in forte crescita tanto che in Italia un bambino su tre ne sarebbe vittima mentre nel mondo sarebbero oltre 150 milioni.
La dott.ssa Serroni ha aiutato la platea a distinguere il bullismo da altre forme e comportamenti aggressivi. Il bullismo si caratterizza infatti per tre aspetti fondamentali: l’intenzionalità del bullo di assumere un maggior potere all’interno di un gruppo, la sistematicità delle aggressioni, vale a dire la persistenza nel tempo ed infine l’asimmetria relazionale determinata da una maggiore forza fisica, dalle differente età o diverse capacità cognitive.
Un errore che è stato fatto in passato è stato quello di concentrarsi esclusivamente sul bullo, di colpevolizzarlo, mentre si tratta di un problema sociale che necessita di un approccio interculturale. L’obiettivo deve essere quello della “alfabetizzazione emotiva e morale della società”, che passa per la scuola ma anche per la famiglia, chiamata a sostituire modelli autoritari, che favoriscono il bullismo, con modelli autorevoli.
Il Cyberbullismo e i rischi della rete
Il Dott. Nicola Principi, dell’“Associazione 7 Febbraio” si è concentrato sul Cyberbullismo e sui rischi della rete.
Il Cyberbullismo è una forma particolare di bullismo che si caratterizza per l’assenza dell’elemento fisico, fino all’anonimato del bullo che può, in internet, anche mascherare la propria identità. Ciò porta gli internauti a non percepire la sofferenza delle vittime e quindi a non intervenire se non a prendere le parti del bullo stesso.
Ma vi sono altri “pericoli” che si possono incontrare nel web: come il Flaming, noto anche con il nome di online disinhibition effect (effetto di disinibizione online), il Body shaming, ossia l’insulto verso chi ha problemi fisici, cognitivi o familiari, la Pubblicazione di pestaggi, il Furto d’identità, l’Adescamento per avere incontri o per ottenere materiale fotografico, il Revenge porn ed in fine le Challange ossia le prove di coraggio che vengono diffuse affinchè diventino virali e che spesso vengono imitate
Aggiungiamo noi anche il Concern trolling che riguarda chi si comporta da troll cioè chi crea confusione di proposito e disturba le conversazioni per il gusto di farlo, per andare di proposito contro corrente in uno spazio in cui è “alieno”, sperando di trovare qualcuno con cui litigare e da offendere.
Tutte queste forme vanno conosciute e affrontante nelle scuole e nelle famiglie.
Il periodo adolescenziale
La Dott.ssa Laura Carlomé, psicologa scolastica e psicoterapeuta, si è concentrata sul periodo adolescenziale, “quello in cui i ragazzi sono alla ricerca di nuovi punti di riferimento che non siano i genitori”. Un periodo di particolare vulnerabilità che può portare alla dipendenza da sostanze (droghe e alcol) o anche da “non sostanze”.
Nella letteratura scientifica sono state classificate diversi dipendenze da “non sostanze”, come quella dal “sesso virtuale o pornodipendenza”, da “relazioni virtuali”, comportamenti compulsivi da gioco o da shopping on line, in fine l’information overload cioè la ricerca d’informazioni senza una scopo preciso.
Non bisogna cadere nell’errore di credere che queste dipendenze siano in relazione al tempo trascorso davanti ad un computer in quanto fattore determinante è il tempo in cui la mente è impegnata nel desiderio di questo tipo di attività.
Dipendenze che generano vere e proprie patologie, come la sindrome da disconnessione o nomofobia (una nevrosi legata alle nuove tecnologie), il vamping, cioè il passare tutta la notte davanti ad un pc o un telefono mobile che può creare forti danni all’attenzione e alla memoria e l’hikikomori che è forma estrema di ritiro sociale, di isolamento per cui le persone si chiudono nella propria stanza e rifiutano qualsiasi forma di contatto con il mondo esterno anche per lunghi periodi di tempo.
The Tube: una proposta concreta contro la dispersione scolastica
E’ quindi intervenuto il Dott. Riccardo Sollini, Direttore generale Comunità di Capodarco, che ha illustrato una interessante esperienza concreta: “The Tube”.
The Tube è un centro educativo territoriale nato a Fermo proprio per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, e che ha visto impegnati 3 educatori, 96 ragazzi e rispettive famiglie. Esperimento che la Comunità di Capodarco intende replicare in diverse altre realtà compresa quella di Porto San Giorgio.
Una visione critica sul ruolo della scuola
In conclusione è intervenuto il Prof. Pierfrancesco Castiglioni, Dirigente scolastico, che ha voluto evidenziare il ruolo giocato dagli aspetti critici della scuola nella dispersione scolastica.
In particolare è stato posto l’accento sulla poca utilità del “patto di corresponsabilità scuola famiglia”. Patto che viene sottoscritto contestualmente all’iscrizione nella scuola secondaria di I grado e che enuclea i principi e i comportamenti che scuola, famiglia e alunni condividono e si impegnano a rispettare e sulla difficoltà, ma che spesso resta lettera morta.
Un ulteriore problema è stato quello della mancanza di una continuità delle scelte politiche per il continuo avvicendarsi di sempre nuovi Ministri dell’istruzione che dal 2005 sono stati ben quattordici.
In Italia si è stimato un abbandono scolastico superiore al 20% nonostante la Comunità Europea abbia fissato il limite massimo del 10%. È quindi un problema molto serio, i cui fattori sono molteplici tra cui l’ errata scelta del percorso di studi spesso determinata da scelte familiari o di amicizia più che da reali predisposizioni o capacità. Un problema sottovalutato tanto che le statistiche indicano che, al termine degli studi, solo un ragazzo su ventidue risulta avere acquisito le competenze relative al titolo di studio conseguito.
Si aggiunga poi che la scuola stessa tende a nascondere i fattori interni per attribuire le cause della dispersione solo a quelli esterni.