di Massimiliano Bartocci –
Per comprendere chi ci sia dietro alla privatizzazione del Parco del Girfalco bisogna tornare indietro nel tempo.
Dobbiamo tornare al 31 Maggio 2015 quando si tennero le elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale e dove si sfidarono il Dott. Catalini Giambattista (sostenuto dalle liste “La Spiga, Forza Italia, Fermo 2020, Fermo Libera, Movimento Civico Pro Territorio Romanella e la Democrazia Cristiana”) Torresi Mauro (sostenuto da Fratelli d’Italia e dalla lista Non Mi Fermo) Calcinaro Paolo (con Il Centro per Calcinaro e Piazza Pulita) Zacheo Pasquale Antonio (sostenuto dal Nuovo Polo, Io Scelgo Fermo, Impegno Civico e Il Partito Democratico) Mochi Marco (del Movimento Cinque Stelle) e Rossi Massimo (con due liste collegate Fermo Migliore e L’altra Fermo).
Al ballottaggio arrivarono Pasquale Zacheo e, a sorpresa, il Vice Sindaco della precedente Giunta, Paolo Calcinaro. Il risultato sembrava scontato a favore del primo anche perché nessun accordo di apparentamento era stato raggiunto.
Nel 2015 vince a sorpresa Calcinaro
Tra uno schieramento partitico e uno “civico” i cittadini fermani scelsero il secondo anche sul solco della protesta “anti partito” che soffiava in tutta Italia.
Con riguardo al Girfalco e alla Casina delle Rose il programma di mandato del nuovo Sindaco prevedeva il mantenimento della proprietà pubblica e una probabile destinazione a favore del mondo “giovanile”.
Il programma riportava infatti testualmente: “tra le varie opzioni possibili apparirebbe auspicabile una riqualificazione non “pesante”, rispettandone la vocazione ricettiva ma rendendola funzionale alle attività di rilancio del centro storico, prendendo spunto dalle attività e funzioni che già circondano la struttura, e quindi rendendola una struttura ricettiva destinata prioritariamente ai giovani, collegandola ad esempio anche al vicino conservatorio e rivolgendola anche ai giovani che popolano il centro in quanto frequentatori dell’Università e dotandola di aule studio ed aule prova; ma anche, nei periodi extrascolastici, destinandola ad accogliere i partecipanti agli scambi culturali già attivi, alle manifestazioni sportive per giovani già consolidate ed in definitiva a quella fascia turistica che non si rivolge alle possibilità alloggiative che già il turismo diffuso del centro storico offre”.
L’accordo nascosto con Mauro Torresi
Una operazione elettorale che in realtà nascondeva più di un accordo tanto che, un secondo dopo la proclamazione del vincitore, venne nominato assessore (al commercio, viabilità, trasporti, polizia municipale e delega alla cavalcata) uno dei candidati “sfidanti” Mauro Torresi e con lui prese posto tra i banchi della maggioranza il consigliere Tramannoni eletto nelle liste a sostegno del Sindaco outsider.
Un vero e proprio “tranello” per la cittadinanza. Cosa che evidentemente deve essere sfuggita anche al Prefetto di Fermo che avrebbe dovuto attenzionare questo vulnus democratico.
I programmi diversi
Un peccato originale che ha portato alla commistione dei due programmi elettorali, ben tenuta nascosta agli elettori.
Infatti la compagine di Mauro Torresi, diretta discendente della Giunta Di Ruscio, aveva nel suo programma non solo la privatizzazione dei beni pubblici del Girfalco ma anche l’obiettivo di dare ai privati “tutti gli aiuti del caso”. Si legge nel programma della lista Non Mi Fermo che “la valorizzazione del Girfalco e della zona Duomo poi, non può prescindere da una utilizzazione della Casina delle Rose da affidare a privati con tutti gli aiuti del caso”.
Da ricordare che durante il “regno” Di Ruscio venne approvata, nel 2004, una variante al piano particolareggiato per consentire un ampliamento delle volumetrie della Casina delle Rose portate a 9730 metri cubi e 5301 metri quadri.
Gli “aiuti del caso” ai privati
Gli “aiuti del caso” ai privati si concretizzarono subito. Oltre ad un prezzo di vendita per la Casina delle Rose molto contenuto (euro 2.192.000) vennero pianificate opere “serventi” tra cui un ascensore di collegamento tra Via Mazzini (difronte all’ingresso del Teatro dell’Aquila) e il Girfalco. Ascensore dal costo preventivato di 460.000 euro che era stato inserito nelle opere pubbliche da realizzare nel periodo 2017-2019 il cui elenco era stato approvato dal Consiglio Comunale il 31 Marzo 2017.
Che questa opera pubblica fosse funzionale alla vendita degli immobili del Girfalco è dimostrato dal fatto che, nonostante siano già stati pagati i progettisti, l’opera non risulta ad oggi ancora realizzata magari in attesa di ottenere la somma della vendita da “restituire”, in tutto o parte, al fortunato acquirente sotto forma di questi servizi.
Tre mesi dopo, il 13 Luglio, venne dato dalla Giunta Comunale l’indirizzo al Dirigente del Servizio Patrimonio di dar corso all’alienazione dell’immobile “Hotel Casina delle Rose”.
La sollevazione popolare e le aste deserte
Tra enormi polemiche e una impattante campagna di affissione, realizzata dal Movimento Cinque Stelle, con centinaia di manifesti che riportavano la domanda “Chi ci guadagna?” arriviamo al 7 novembre 2017 giorno della prima asta pubblica per la vendita della Casina delle Rose.
Polemiche e attenzione mediatica che contribuirono a far fallire il tentativo di vendita, tanto che nessuna offerta giunse al Comune di Fermo.
Ma questo non deve aver scoraggiato i personaggi interessati alla privatizzazione del Girfalco come appare evidente dalle operazioni messe in atto dagli uffici comunali propedeutiche a quello che sarà il destino degli immobili pubblici.
Attività, tempo e denaro pubblico vennero inizialmente spesi per la “Casa del Custode, il cui “progetto di recupero e ristrutturazione” era stato inserito nell’elenco dei lavori pubblici del triennio 2018-2020.
Sempre l’amministrazione Calcinaro a fine dicembre 2018, per dare attuazione a questo progetto, aveva ritenuto necessario avvalersi del supporto di professionisti esterni per “effettuare la progettazione definitiva strutturale” e dato incarico ad un professionista per l’indagine geologica finalizzata al progetto di ristrutturazione dello stabile per la cifra complessiva di 1.493,28 euro.
Il 31 Dicembre 2019, mentre i cittadini fermani erano intenti ad organizzare i festeggiamenti per il nuovo anno, negli uffici comunali si lavorava ancora, e il dirigente al Patrimonio, dott. Di Ruscio (ex Sindaco del Comune di Fermo) affidava al tecnico geom. Trapè Denni con studio in Rapagnano, per un totale di € 1.250,00, l’incarico professionale per la variazione catastale dell’immobile denominato Casa del Custode del Girfalco. Evidentemente qualche cosa “bolliva” in pentola.
Il Calcinaro bis e il lavoro da portare a termine
Passano i mesi e la Casa del Custode e Casina delle Rose entrarono nelle discussioni della campagna elettorale del 20 e 21 settembre 2020.
Competizione elettorale che ha visto il formarsi di una grande coalizione intorno al Sindaco uscente Paolo Calcinaro (Piazza Pulita, La Città che Vogliamo, Non Mi Fermo, Fermo Forte, Fm Fermo si Muove), coalizione che aveva raccolto anche i referenti dei partiti della destra locale che infatti non si presentarono alle elezioni.
La mega coalizione Calcinaro venne mestamente sfidata da quelle capeggiate da Renzo Interlenghi (sostenuto dal Partito Democratico, Fermo Capoluogo, Agire Locale, Fermo Coraggiosa Ecologista Progressista) Lorenzo Giacobbi (Lega Salvini), Stefano Fortuna (Movimento 5 Stelle e L’Altra Fermo a Sinistra).
Le fin troppo facili previsioni della vigilia furono confermate da un clamoroso 71,4% dei consensi. Mauro Torresi vedrà confermate le proprie deleghe con l’aggiunta della carica di Vice Sindaco.
La coalizione elettorale che aveva sostenuto il candidato Paolo Calcinaro, anche memore della recente sollevazione popolare, aveva fatto intendere che la Casina delle Rose sarebbe rimasta di proprietà pubblica. Si legge nel programma elettorale che “è in corso di acquisizione il mutuo per la ristrutturazione al fine di poter attivare un nuovo punto di ricettività in estate e un polmone per studenti che giungeranno in città con l’ampliamento dei corsi universitari”.
Le svendite del patrimonio pubblico
Ma anche questa volta, raggiunto il risultato elettorale, vengono date disposizione agli uffici comunali con obiettivi completamente diversi da quelli dichiarati pubblicamente.
A farne le spese, in prima battuta, è stata la Casa del Custode, un immobile storico di 200 metri quadri che si trova proprio difronte alla Cattedrale Metropolitana dedicata alla Santissima Maria Assunta in Cielo.
La sede naturale della Cavalcata dell’Assunta
Quando tutta la città aspettava il concretizzarsi del progetto di recupero e la naturale destinazione a sede della Cavalcata dell’Assunta, la Giunta Comunale, il 19 febbraio 2021, inserisce l’immobile tra i beni alienabili e il 13 Maggio 2021 conclude la vendita con una asta pubblica a cui parteciperanno due soli contendenti, tra cui la convivente di un consigliere comunale e il proprietario della Royal Group srl, che da anni intrattiene rapporti con il Comune di Fermo, per via della onerosa locazione del Fermo Forum per l’iniziativa Tipicità.
Entrambi i contendenti stranamente hanno offerto, in buste chiuse e sigillate, cifre simili, il primo 320.000 euro e il secondo 332.500 nonostante la base d’asta fosse di 250.000 euro.
Il secondo vulnus democratico
Dopo il mascherato apparentamento elettorale del 2015 è questo il secondo “vulnus democratico” in quanto in pochi, se non gli stretti personaggi che ruotavano intorno alla politica fermana, erano a conoscenza della possibilità di acquistare uno dei gioielli cittadini.
Ma la vendita della Casa del Custode era propedeutica a ben più succulenta svendita di patrimonio pubblico che arriverà dopo pochi mesi più tardi.
Nessuno poteva immaginare un epilogo diverso da quello indicato nell’elenco delle opere pubbliche approvato per gli anni 2020-2022 in cui si parla esplicitamente di “Manutenzione straordinaria della Casina delle Rose per un importo complessivo pari ad € 2.000.000,00 finanziato mediante mutuo”, tanto più che il 15 settembre 2020 veniva approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per i lavori di manutenzione straordinaria da realizzare.
Dove sono gli imprenditori interessati a realizzare un albergo a cinque stelle?
Ma il 28 dicembre 2021, anche in questo caso approfittando della distrazione normalmente generata dal periodo festivo, moltiplicata da quella determinata dalla pandemia, la Casina delle Rose viene nuovamente inserita tra i beni alienabili motivata dal fatto che “la vendita dell’immobile ad un operatore privato, attraverso una gestione mirata, più efficace ed efficiente rispetto a quella offerta dall’Ente, potrà consentire inoltre, in tempi più celeri, il definitivo insediamento di una struttura ricettiva di alto livello al momento assente nel centro abitato”.
La necessità di una struttura ricettiva di “alto livello” (un hotel a cinque stelle) sarà la giustificazione ripetuta ossessivamente dai membri della giunta e da buona parte dei consiglieri di maggioranza.
L’obbligo di realizzare un albergo di lusso, che nei fatti non è possibile contrattualmente assicurare, è risultato decisivo per tenere lontani quegli imprenditori che avevano chiesto informazioni sulla redditività di un hotel a cinque stelle.
Ma in generale la realizzazione di un hotel risulterebbe particolarmente difficoltosa.
Circostanza ben conosciuta dall’amministrazione comunale se non altro per il mancato utilizzo, da tempo, di ben quattro lotti alberghieri esistenti nella zona di Lido di Fermo, oltre che per le numerose chiusure di alberghi e richieste di cambi di destinazione d’uso in tutta la provincia.
Ma a chiarire quali fossero in realtà le ragioni della repentina “necessità di vendere” giunge una modifica al Documento Unico di Programmazione dove si legge che “nel corso dell’anno non si è potuto che prendere atto dei numeri relativi alla presenze e agli afflussi turistici registrati nonostante il difficile periodo legato alla pandemia tuttora in corso, cifre che hanno fatto sì che Fermo si sia classificata tra le prime città delle Marche per presenze turistiche nel 2021. Questi dati hanno senz’altro risvegliato notevole interesse da parte dei potenziali investitori, aspetto che ha condotto l’amministrazione ad una riflessione riguardo all’intervento dell’edificio in questione, per il quale era stata individuata una fonte propria di finanziamento”.
Sarebbe stato quindi il “risvegliato interesse da parte dei potenziali investitori” ad aver fatto cambiare idea alla Giunta Comunale. Sulle modalità di manifestazione di questo interesse si sono concentrate le più malevoli delle ipotesi. Attraverso decine di lettere? Incontri richiesti dalle associazioni di categoria? Semplici “chiacchierate” in un bar? E soprattutto sarebbe interessante sapere per quali altri beni comunali, ugualmente compresi nel patrimonio indisponibile, si sono concretizzate analoghe comunicazione d’interesse. Per le cisterne romane? Per palazzo dei priori?
Ma soprattutto chi sono questi imprenditori che hanno “percepito” un boom turistico quando abbiamo dimostrato, in un precedente articolo, che l’incremento statistico delle presenze è stato esclusivamente generato dalla riapertura del Camping Verde Mare, dopo lo stop giudiziario?
Il settore turistico ricettivo in difficoltà
Anzi la percezione generale era proprio quella di una “depressione” del settore turistico come dimostrano tutta una serie di provvedimenti dell’Amministrazione Comunale come la Determinazione dirigenziale n. 48 del 16 Febbraio 2022 (r.g. 354) con cui sono stati affidati direttamente “servizi di ideazione, elaborazione, definizione e presentazione della proposta progettuale da candidare al bando pubblico del Ministero dell’Interno per l’assegnazione del fondo anno 2021 a sostegno delle piccole e medie città d’arte e dei borghi particolarmente colpiti dalla diminuzione dei flussi turistici dovuti all’epidemia da Covid 19”;
O come dimostra lo stesso sito del Comune di Fermo dove si legge che “anche per il 2021 a Fermo l’imposta di soggiorno per chi soggiorna nelle strutture ricettive è azzerata. Nessun adempimento o versamento, inoltre, sarà a carico delle strutture interessate. È quanto deliberato dalla Giunta Comunale fermana, dando seguito a quanto fatto anche lo scorso anno, quando la tariffa del tributo è stata azzerata, a causa delle gravi perdite subìte dal settore turistico-ricettivo per l’emergenza sanitaria creata a causa dell’epidemia COVID19”.
Un mancato introito (per 624.745 presenze) che non troverebbe giustificazione soprattutto se paragonato ai Comuni Italiani “meno prestanti” che invece l’hanno mantenuto.
Ma al di là di queste ovvie considerazioni la prova ”provata” che non vi fosse nessun interesse da parte di “potenziali investitori” scaturisce anche dal fatto che la prima asta di vendita è andata deserta, e che solo nella seconda ci sono state due offerte una delle quali, per espressa ammissione dell’offerente, non è diretta alla realizzazione di un albergo.
Un provvedimento amministrativo senza motivazione
Resta un solo imprenditore interessato sulle cui intenzioni non è dato sapere. Ci troviamo cioè difronte ad un provvedimento amministrativo senza alcuna motivazione stringente.
Di certo gli imprenditori che hanno partecipato all’asta sono ben lontani dal mondo alberghiero e dalla esperienza necessaria per rendere profittevole un hotel a cinque stelle.
Il rischio che non si può escludere è che nel Parco del Girfalco nasceranno verosimilmente degli appartamenti da destinare, in una prima fase a bed & breakfast, e poi nel futuro al residenziale.
Quale sarà il futuro del Girfalco?
Speculazione edilizia possibile in base sia alle legislazioni esistenti, che consento sin da subito la realizzazione di un 40% di residenziale, come pure di quella che permette la rimozione del vincolo alberghiero qualora la destinazione non sia profittevole, e che comunque non si potrebbe escludere nel futuro prossimo avendo il Comune perso il controllo su questa parte del territorio comunale.
Ma se questa sarà la probabile destinazione finale degli immobili pubblici presenti nel Parco del Girfalco, Casa del Custode e Casina delle Rose, ci chiediamo perché non sia stato messo in pratica un percorso più trasparente in modo da coinvolgere gli imprenditori eventualmente interessati alla realizzazione di appartamenti, anche a vantaggio della cittadinanza, visto che il prezzo di vendita sarebbe naturalmente lievitato?
La risposta va trovata indietro nel tempo.