di Massimiliano Bartocci –
Scaduti i cinque anni per la verifica dell’aggregato
Il Comitato Scuole Sicure di Fermo, composto dai genitori, studenti e personale delle scuole di Fermo e provincia, ha reso pubblica la “Valutazione di Sicurezza dell’edificio che ospita il Liceo Classico A. Caro di Fermo”, effettuata dal CTU Ing. Del Monte Sauro di Montecosaro, incaricato dal PM, Dott.ssa Francesca Perlini, di “determinare l’entità delle azioni che la struttura è in grado di sostenere”.
Nella relazione del 13 Marzo 2020 si legge a pag. 17 che:
“l’uso della struttura può continuare solo con la necessaria verifica sismica globale mirata al miglioramento sismico che coinvolga l’intero aggregato, entro e non oltre 5 anni dal primo episodio dall’inizio della crisi sismica del 24 agosto 2016 di M. 6.0”
Lo scorso 24 agosto sono quindi scaduti i 5 anni per la verifica sismica dell’intero aggregato, vale a dire considerando anche il complesso San Martino “che costituisce a tutti gli effetti parte integrante dell’aggregato”. Questo perché come ricordato anche dallo stesso CTU le spinte maggiori “in caso di sisma provengono dall’edificio massivo quale è l’Auditorium”.
Non solo prosegue il consulente tecnico “è fondamentale ricordare che nel contempo si sono effettuate opere di messa in sicurezza dell’Auditorium che determinano un comportamento differente dello stesso in ambito sismico, tale mutamento del comportamento sismico determina un cambio della rigidezza dell’intero complesso in aggregato” … “ciò rende incerto e assolutamente imprevedibile il comportamento parziale sul complesso del Liceo A. Caro”.
Una proprietà del Comune di Fermo
Il Comune di Fermo, proprietario sia dell’immobile di Via Leopardi che del complesso San Martino, aveva il compito di effettuare questo studio e di provvedere al miglioramento sismico dell’intero aggregato.
Invece inspiegabilmente l’Auditorium resta interdetto al pubblico mentre il Liceo Classico è normalmente aperto.
L’assenza della documentazione
Pur senza considerare la scadenza indicata dal CTU, che tra l’altro ha anche evidenziato “l’assenza di documentazione per gli interventi eseguiti nel corso degli anni in particolare documenti progettuali e i certificati di regolare esecuzione dei lavori strutturali”, è difficile dormire sonno tranquilli considerando la storia di questi ultimi anni.
L’immobile di via Leopardi, infatti, dopo ogni evento sismico, anche verificatosi a rilevante distanza, ha subito ingenti danni, oltre che una verosimile modifica della staticità generale, come accaduto per la crisi sismica del 1997.
Gli eventi sismici del 2016 hanno confermato in modo incontrovertibile la fragilità dell’immobile. Infatti terremoti avvenuti a oltre 100 km di distanza hanno determinato il parziale crollo del solaio di una classe e danni sparsi in tutto l’edificio.
Come per la scuola media Ugo Betti, ci si è resi subito conto della necessità di costruire una nuova sede (già finanziata nell’ambito del Piano B delle scuole previsto dal D.L. 189/2016 e ss.mm. ii, approvato con Ordinanza commissariale n. 35 del 31 luglio 2017) che costituisce uno degli obiettivi più significativi per la Provincia di Fermo.
Ma mentre per la scuola media il nuovo plesso scolastico è già a disposizione degli studenti per il liceo classico gli unici soldi spesi, in quattro anni, sono a favore dei progettisti.
Indice di vulnerabilità senza poter ispezionare sotterranei, tetto e sottotetto
Si consideri poi che l’indice di verifica di vulnerabilità sismica rilevato nel Maggio 2018 dall’ Ing. Egidio Santucci di Montappone, obbligatorio per legge e necessario per consentirne l’utilizzabilità dell’immobile, è risultato di poco superiore al minimo. Infatti la relazione di vulnerabilità ha evidenziato un rapporto del 64,40% tra la capacità di reazione sismica effettiva della struttura e la richiesta dalla norma per gli edifici analoghi di nuova costruzione a fronte del 60% minimo previsto.
64% ottenuto senza considerare l’aggregato e senza poter ispezionare “sotterranei, tetto e sottotetto” come dichiarato dallo stesso tecnico.
Ma che le indagini sul tetto e sottotetto fossero necessarie, e che con molta probabilità avrebbero determinato un ulteriore abbassamento dell’indice di vulnerabilità sismica, è dimostrato dal fatto che, in seguito al crollo del tetto dell’Itt Montani di Fermo avvenuto il 14 Maggio 2018, la Provincia di Fermo ha ordinato “misure straordinarie di controllo” sui tetti lignei aventi identiche caratteristiche, tra cui anche quelli dell’immobile in questione.
Ebbene questi controlli hanno rilevato diverse criticità tali da richiedere l’interdizione di diverse zone della scuola e la necessità del completo rifacimento del tetto per il quale è stato chiesto e ottenuto congruo finanziamento.
Il tempo è scaduto. E non possiamo più contare solo sulla fortunata assenza di nuove scosse di terremoto.
Chi può allontanare gli studenti da questo immobile lo faccia in fretta.