di Massimiliano Bartocci –
Partecipata conferenza stampa indetta dalla Associazione Culturale Demos a pochi giorni dall’asta per la vendita della “Casina delle Rose” che si terrà il 15 Settembre alle ore 10,00 presso il Comune di Fermo, per fare un “recap” delle varie iniziative messe in atto a tutela dell’intero Girfalco e per descrivere quelle future.
Ad aprire la conferenza è stata chiamata la Prof.ssa Sara Malaspina, vicepresidente dell’Associazione, che ha ricordato i principi che animano Demos che “si pone l’obiettivo di sviluppare la partecipazione della cittadinanza alla vita democratica della comunità” e che ha avuto per la sezione di Fermo, recentemente costituita, il suo banco di prova nel “forum cittadino sulla riqualificazione della Casina delle Rose”.
Il vincolo alberghiero può essere rimosso a richiesta del privato
È stata quindi la volta del Prof. Elvezio Serena, coordinatore del forum cittadino ed ex Presidente di Italia Nostra Fermo, che ha ripercorso le iniziativa messe in campo fino ad oggi, dal Tavolo Tecnico degli esperti, al Forum dei Cittadini, alla diffida al Comune di Fermo, alla denuncia presso la Procura della Repubblica di Fermo e alla Corte dei Conti, fino alla recente segnalazione alla Agenzia delle Entrate.
Il Prof. Elvezio Serena ha in particolare ricordato come il Comune di Fermo si sia prodigato negli anni per acquisire la piena proprietà di questi spazi pubblici che si è realizzata solo a partire dal 1992 e che quindi le alienazioni messe in atto, compresa quella della Casa del Custode, rappresentano un’inspiegabile cancellazione di tutta l’attività politico amministrativa degli anni passati.
La perdita di controllo pubblico sul Girfalco è tanto più grave considerando che il vincolo alberghiero è facilmente eliminabile a richiesta del privato (che provi la non convenienza della struttura ricettiva) come previsto dalla legge n. 217 del 1983 e come confermato dalla recente sentenza del Consiglio di Stato n. 475 del 8 Aprile 2021.
Verranno coinvolte le scuole del fermano
Il prof. Massimo Temperini ha quindi riassunto l’importanza storica del Girfalco e la necessità di coinvolgere le scuole “affinché i giovani prendano coscienza del valore del patrimonio pubblico che hanno a disposizione”.
Da questo punto di vista l’associazione Demos sta realizzando un video da veicolare nelle scuole e messo in cantiere diverse iniziative da realizzare con gli studenti fermani.
In aggiunta si cercherà di promuovere strumenti di urbanistica partecipata, come ad esempio la proposta di iniziativa popolare, presenti nei regolamenti di vari Comuni italiani.
L’intervento del prof. Temperini si è chiuso con l’interessante riflessione sul fatto che senza questa ulteriore attività partecipativa può consolidarsi nei cittadini fermani la convinzione che la vendita fosse l’unica scelta possibile mentre è stata solo la scelta peggiore.
Un luogo in progressivo stato di abbandono
È stata quindi la volta di Giorgio Benni che ha aperto il suo intervento proprio chiedendo alla platea se la città può permettersi il lusso di dismettere il proprio patrimonio. “Fare per fare” è un atteggiamento di cui tutti sono capaci. Ben altra cosa è fare per il bene della città che richiede invece tempo, impegno e confronto.
Anche solo osservando come è tenuto il Parco del Girfalco rispetto al giardino fiorito del recente passato si ha la chiara percezione di un progressivo stato di abbandono del luogo.
Come la Casina delle Rose che è stata lasciata volutamente in uno stato di degrado forse per meglio venderla al prezzo più basso possibile.
L’accesso agli atti per conoscere il processo di stima
Ma oltre alla base d’asta eccessivamente bassa (1,97 milioni di euro) a suscitare le maggiori perplessità è stata la nuova valutazione tecnico estimativa che il Comune ha richiesto alla Agenzia delle Entrate di Ascoli Piceno (con determina 680 del 5 Agosto 2022).
In evidenza il fatto che ad essere incaricata è stata la direzione provinciale di Ascoli Piceno, diversa quindi da quella di Fermo oggi competente, ufficio di Ascoli Piceno che aveva effettuato nel 2016 una perizia ritenuta incompleta per non aver tenuto conto di vari elementi come ad esempio la legislazione sui “condhotel” che consentirà l’utilizzo “residenziale” fino al 40% delle volumetrie.
Ma le maggiori perplessità sono ricadute sulla scelta di non sospendere la procedura di vendita in attesa di conoscere l’esito della valutazione.
Quali potrebbero essere gli scenari se l’Agenzia delle Entrate, al termine del percorso di stima, accertasse un valore doppio rispetto al prezzo di vendita?
Appare sospetta quindi l’eccessiva sicurezza sulla valutazione a ribasso da parte della Agenzia delle Entrate.
Per questa ragione uno dei prossimi passi che farà l’Associazione Demos sarà quello di presentare una richiesta di accesso agli atti, sia presso il Comune di Fermo che presso le due direzioni provinciali dell’agenzia delle Entrate, per meglio conoscere il percorso di stima effettuato sia nel 2016 che quello odierno.
La perdita di controllo pubblico
La perdita di controllo pubblico sui due immobili presenti nel Parco del Girfalco, la casa del custode e la casina delle rose, è l’elemento più critico.
Se infatti si voleva la certezza che questi immobili fossero in qualche modo “orientati” ad una funzione turistico-ricettiva non si doveva alienare la proprietà ma dare in “locazione” come è stato fatto in passato, approfittando delle infinite agevolazioni e finanziamenti, mai così tanti come in questo periodo, per la ristrutturazione.
Con la vendita il privato potrà in futuro dare la destinazione che vuole.
È voce comune infatti che al posto della vasca dei pesci, della uccelliera e dalla Casa del Custode nasceranno dei mini appartamenti e che la destinazione residenziale sia anche l’obiettivo ultimo di chi vuole acquistare la Casina delle rose.
Una lottizzazione mascherata
Quello che sta succedendo al Girfalco è di fatto quindi una “lottizzazione mascherata”.
E se consideriamo che il valore di vendita di appartamenti, in questo luogo panoramico, dal valore storico-culturale inestimabile e con una parco gigantesco che diverrà una pertinenza delle future residenze, può arrivare anche a 4/5 mila euro al metro quadro, ci rendiamo conto che, considerando i 5301 metri quadri realizzabili, siamo in presenza di una affare di circa 20/25 milioni di euro.
Mentre chi compra, anche grazie agli aumenti di volumetrie approvati dal Consiglio Comunale, acquista a 300 euro al mq e potrà contare sul credito d’imposta dell’80% delle spese di ristrutturazione, di contributi a fondo perduto fino a 100 mila euro, e sui vari finanziamenti esistenti per la destinazione “alberghiera”. Una affare speculativo non da poco.
Tanto valeva mettere in concorrenza i vari imprenditori edili e far guadagnare la collettività e non solo un fortunato imprenditore