Di Massimiliano Bartocci –
Porto San Giorgio è stata la sede di un importante convegno dal titolo “Il radicamento della mentalità mafiosa nella tranquilla provincia italiana”
Domenica 6 Novembre 2022, si sono confrontati presso il Teatro Comunale, relatori d’eccezione come Nicola Morra già Senatore della Repubblica e presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Lorenzo Totò Consigliere della Camera di Commercio delle Marche, Barbara Lezzi già Ministro per il Sud e Senatrice della Repubblica, Luana Ilardo, figlia di Luigi collaboratore di giustizia ucciso dalla mafia, Luigi Piccirillo Consigliere Regionale della Lombardia e membro della Commissione Antimafia, Stefano Baudino, giornalista per “Antimafia Duemila” “Il Fatto Quotidiano” e “l’Indipendente”.
Il convegno si inserisce all’interno delle attività del quotidiano online d’informazione e inchiesta FERMO NEWS e del Comitato “IO NON MI UCCIDO” che da tempo si occupano del tema dei comportamenti “mafiosi”.
Oltre alle varie inchieste pubblicate dalla testata giornalistica ricordiamo la manifestazione “FERMOlamafia” e il “corso pratico di legalità” realizzate con l’aiuto del gruppo fermano del Movimento delle Agende Rosse.
Il Convegno minuto per minuto
0:00 – 2:20 Valerio Vesprini Sindaco di Porto San Giorgio – saluti istituzionali
2:20 – 6:27 Vice Prefetto Vicario Alessandra De Notaristefani Di Vastogirardi “il Sindaco è stato lungimirante a dare questo spazio questa sera perché più si parla di mafia e meglio è. È un argomento poco dibattuto negli ultimi tempi, invece c’è un lavoro da sottolineare da parte delle forze di polizia e delle prefetture che quotidianamente dedicano gran parte del lavoro a cercare ogni spiraglio possibile nelle attività degli appalti” …“per i fondi che arriveranno ai Comuni, sia per il pnrr che per il sisma, è arrivata una circolare del Ministro dell’Interno che promette personale per supportare l’attività di rendicontazione e per l’ufficio antimafia”
6:27 – 21:35 Stefano Baudino giornalista e moderatore dell’incontro ha posto l’attenzione su quattro macro questioni tra cui la questione socio economica legata all’espansionismo delle mafie nel centro nord Italia
21:35 – 31:01 Lorenzo Totò ha descritto la difficoltà delle imprese che apre una porta alle infiltrazioni mafiose “Nel 2014 c’è stato il primo embargo verso la Russia, questo è un territorio manifatturiero e esportavamo molto in Russia; nel 2016 c’è stato il terremoto; nel 2020 la pandemia; nel 2022 di nuovo le sanzioni contro la Russia e l’alluvione a Pesaro e Urbino”.
La mafia non spara più fa affari
31:01 – 46:11 Luigi Piccirillo “La mafia non spara più fa affari e quindi bisogna capire il perché riesce a fare affari e non ha bisogno di sparare. Per far sì che questo non sia il solito appuntamento stancante autocelebrativo occorre che da qui escano persone più istruite e che diventino delle sentinelle attive”. “chi sa che cosa è la masso-mafia?”
Traditi dallo Stato
46:11 – 1:02:48 Particolarmente toccante è stata la testimonianza di Luana Ilardo, che ha raccontato la vicenda del padre Luigi, che nato e vissuto in una famiglia mafiosa, ha deciso di cambiare vita diventando un confidente della magistratura. “Sarebbe bene capire che quello che succede oggi è strettamente legato a quello che è successo trenta anni fa”. Grazie alla sua collaborazione con il colonnello del carabinieri Michele Riccio riuscì addirittura a condurre i Carabinieri del Ros a un passo dal covo del numero uno di Cosa Nostra al tempo, Bernardo Provenzano il quale, però, incredibilmente non venne catturato dai Carabinieri guidati dall’ex generale Mario Mori. “Mio padre ha deciso di collaborare con la giustizia da uomo libero dopo aver scontato la sua pena (dieci anni ndr). Il suo terrore era uscire dalla galera e riprendere a fare quello che faceva” “Mio padre aveva fatto un accordo ben preciso con il colonnello Riccio che gli avrebbe fatto fare tutta una serie di arresti (50 arresti ndr), cosa che è avvenuta, con lo scopo finale di far arrestare Provenzano che aveva ben 43 anni di latitanza “Ma quello che è successo è che Provenzano non verrà arrestato e mio padre morirà” a tre giorni dalla sua entrata nel programma di protezione. “È inutile che facciamo gli ipocriti questo è quello che è successo a tutte quelle persone che hanno provato a scardinare questo sistema fatto di uno Stato che cerca di fare il suo lavoro e un anti-stato che in tutti i modi cerca di fermare le persone oneste”.
La mentalità mafiosa si sta insinuando
1:02:48 – 1:17:04 Barbara Lezzi “ogni volta che ascolto la storia di Luigi Ilardo vengo presa da una sensazione di terrore perché di questa storia ho sentito parlare solo negli ultimi tempi, ma se pensiamo che un uomo va a parlare con dei magistrati per rivelare cose importanti ed esce morto, è qualcosa che in un paese normale non sarebbe mai passato in sordina. Quindi non siamo in un paese normale. Questa nuova mentalità si insinua e quindi è possibile avere un Ministro della Giustizia come Nordio senza che la gente scenda in strada .. che la mafia possa arrivare tramite le mazzette ai fondi pubblici … che malgrado stessero arrivando tanti soldi, 200 miliardi, dalla Comunità Europea si arrivasse ad approvare la legge Cartabia che pone in una posizione di vantaggio i “colletti bianchi” che hanno la possibilità di utilizzare questo nuovo strumento giudiziario che è l’improcedibilità, che umilia il lavoro dei magistrati”.
Che cosa c’entra la ndrangheta con l’omicidio Moro?
1:17:04 – 1:31:42 Nicola Morra “Io dò cento volte ragione alla vedova Borsellino, Agnese, che decise di non accettare i funerali di Stato. Perché Paolo Borsellino è stato ammazzato dallo Stato“, “Come Aldo Moro!” ha gridato uno spettatore dalla platea. E Morra prendendo spunto da questo “grido” ha ricordato la vicenda di Filippo Barreca, collaboratore di giustizia di ‘ndrangheta, che aveva dichiarato che “Rocco Musolino gli disse che aveva salvato un personaggio della scorta di Aldo Moro, suo compaesano, facendogli sapere che quel giorno egli non doveva andare a lavorare. Fu proprio quello il giorno dell’eccidio”. Morra ha ricordato anche la presenza del boss Antonio Nirta in via Fani, la cui immagine immortalata quel giorno sul luogo della strage è stata riconosciuta dal Ris come aderente al 99%. “Ma cosa c’entra la ‘ndrangheta con l’omicidio di Aldo Moro?” ha chiesto alla platea, “non è soltanto la destra neofascista ad essere impiegata ma sono tutti. Simona Zecchi è una giornalista che ha usato nel titolo di un suo libro una definizione molto significativa “criminalità servente”… “Noi siamo portati a credere che ci sia una guerra tra i buoni in divisa e i cattivi senza. Ma le guerre si fanno introducendo cavalli di troia nel fronte avversario”.
1:31:32 – 1:35:13 interviene Luana Ilardo “fino a ieri piangevo venendo qua. Da figlia non accetterò mai che mio padre sia stato più volte torturato e poi quando ha iniziato liberamente a collaborare per cambiare vita hanno avuto il coraggio di venderlo perché Bernardo Provenzano non doveva essere toccato. E lo ammettono pure. Uno stato di diritto si permette di far uccidere mio padre per salvare Bernardo Provenzano”.
I colletti bianchi sono i primi mafiosi
1:35:13 – 1:51:26 In conclusione Nicola Morra “Questo è un paese dove sono i colletti bianchi i primi mafiosi. Qual è la percentuale dei colletti bianchi sotto processo e in detenzione: lo 0,2% evidentemente va bene così”
Le domande del pubblico: l’audizione di Luana, Lido Tre Archi, le discariche abusive
1:51:40 domanda per Luana Ilardo sulla sua audizione in commissione in antimafia.
1:54:14 domanda del presidente del Comitato dei Residenti di Lido Tre Archi, sul fatto che gli esposti non hanno mai seguito: “i cittadini oltre a fare esposti contro questa mentalità mafiosa cosa possono fare per non avere ritorsioni?” Nicola Morra: “bisogna rompere le scatole alla Prefettura, che potrebbe essere investita del problema” … “Dovete tornare alla carica. Dovete far presentare qualche interrogazione parlamentare. Questa è la repubblica dei muri di gomma”. “qualcuno sa che cosa sia il sistema Montante? Montante suggeriva al ministro dell’interno Alfano chi doveva essere messo a capo delle Prefetture ed era diventato il referente per la legalità per Confindustria ed era stato messo anche nel comitato direttivo vale a il consiglio di amministratore, della agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati. Secondo le rilevazioni di diversi confidenti Montante era stato messo lì da tal Piddu Madonia”.
2:07:31 Domanda sulle discariche abusive esistenti nel fermano.
2:13:09 Ultimo intervento di Nicola Morra “il vero problema è che la magistratura esercita l’azione penale spesso e volentieri per fini politici. Il vero problema è se la procura di Fermo dorme sonni profondi, e non è solo un problema di Fermo, il problema è il meccanismo di governo del sistema giudiziario italiano. Bisogna prendere coscienza che la malattia è endemica e bisognerebbe usare Palamara come il più grande collaboratore di giustizia degli ultimi decenni”.