L’Associazione Antigone Marche ha scritto ai sei Comuni sul cui territorio c’è un istituto di pena. “Nessuna risposta ottenuta e solo tre Enti hanno protocollato la nostra richiesta: ma ripristinare la legalità vuol dire tutelare i diritti”
Il livello di civiltà di una Nazione si valuta dalle condizioni delle carceri e dei cimiteri (Voltaire)
Una lettera ai Comuni sul cui territorio si trova un istituto di pena o una Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) per chiedere loro di istituire la figura del Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale. Come previsto dalla legge italiana. È quella inviata dall’Associazione Antigone Marche il 12 ottobre 2022 (IN ALLEGATO una delle lettere inviate) ai Sindaci, ai Consigli Comunali e ai Consiglieri Comunali di Pesaro, Fossombrone, Ancona, Fermo, Ascoli Piceno, Macerata Feltria. “A due mesi di distanza dall’invio della lettera, nessun Comune ci ha dato una risposta che andasse oltre l’aver protocollato la richiesta. E Fossombrone, Ancona e Macerata Feltria non hanno fatto neanche quello. Nessun Consigliere ci ha risposto. Ed è superfluo specificare come nessun Comune abbia ancora istituito il Garante. Nessuno ci ha risposto nonostante il recente protocollo sottoscritto l’11 luglio tra Anci e Garante Nazionale per le persone private della libertà”, ha sottolineato l’Associazione.
È assolutamente impensabile che il doveroso esercizio della pretesa punitiva e l’interesse dello Stato a soddisfarla integralmente, o la condizione temporanea di privazione della libertà personale per qualsivoglia natura, possano giustificare la lesione di qualsiasi altro dei diritti inviolabili della persona. Ed è a tutela di questo principio che nasce il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che ha il compito di vigilare affinché la custodia delle persone sottoposte alla limitazione della libertà personale sia attuata in conformità alle norme nazionali e alle convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate dall’Italia. In sostanza, il Garante sono gli occhi e le orecchie della collettività, dello Stato, nei luoghi di privazione della libertà, ma anche nelle camere di sicurezza dei Commissariati di PS e delle Caserme delle Forze dell’ordine nonché effettuare visite presso le REMS e le RSA per anziani. È previsto dalla Legge che anche i Comuni istituiscano la figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Ad aprile 2022, però, solo 48 Comuni italiani avevano però nominato i relativi garanti e la Regione Marche primeggia in negativo, non avendo né garanti provinciali né garanti comunali.
“È inconcepibile che i Comuni possano esimersi dall’applicare una Legge. La mancata istituzione della figura del Garante lede non solo i diritti dei detenuti, ma anche delle persone nei luoghi di cura, i migranti e in definitiva di tutti noi”, dice Giulia Torbidoni, Presidente di Antigone Marche. “La mancata risposta da parte di tutti alla nostra lettera è il segnale di un preoccupante disinteresse. Eppure rispettare la legalità significa anche garantire i diritti di tutti, perché da uno Stato trasparente abbiamo da guadagnare tutti quanti, i cittadini e lo Stato stesso: il Garante è una figura essenziale prevista dalle Legge, e i Comuni devono rispettarla. O dovremmo pensare che il rispetto della legge lo si pretende solo da una parte?”.