“Eccellenza Sig. Prefetto, Gentilissimo Sindaco,
da più di venti anni come abbiamo rappresentato alle massime autorità del nostro Paese ci stiamo battendo per la riqualificazione del quartiere di Lido Tre Archi ed in particolare per la sicurezza dei suoi cittadini.
Venti anni sono un’era geologica! Abbiamo assistito a cambiamenti politici, istituzionali senza mai arrivare ad una soluzione definita, efficace e risolutiva.
Sono stati fatti investimenti importanti, ritenuti salvifici ed utili per spostare l’attenzione, in particolare delle giovani generazioni, dalle attività criminali allo sport, non ci pare una esperienza completamente riuscita.
Così pure la formazione e gli impegni sul versante della cultura non modificano gli equilibri a favore dell’inclusione e dei comportamenti leciti.
Siamo ancora in attesa del completamento dell’ufficio dedicato alla Polizia Urbana in quel di via Aldo Moro, se avessimo costruito l’edificio ex novo sarebbe stato pronto già da tempo.
In occasione del Natale vorremmo chiedere alle Autorità un piccolo contributo alla sicurezza, ascoltando e condividendo, una volta tanto, una nostra proposta:
“RICONQUISTIAMO IL NOSTRO QUARTIERE”
-Se il ministero dell’Interno può decidere di inviare 600 agenti in più a Milano per la sicurezza può trovarne 10 per Fermo……Sig. Prefetto li chieda!
-Se gli agenti sono pochi i mezzi ancora meno proviamo a fare qualcosa di diverso rispetto al “pattuglione”!
Facciamo lavorare le Forze dell’Ordine porta a porta con i cittadini di Lido Tre Archi, che hanno la necessità, il dovere e il diritto di riappropriarsi del Quartiere.
Avviamo un percorso di collaborazione con la Polizia Locale, le Associazioni di categoria, le Autorità, le Forze dell’Ordine per istituire pattuglie a piedi nel quartiere, i cosiddetti poliziotti di prossimità.
Portiamo pattuglie miste delle Forze dell’Ordine a contatto con i cittadini del quartiere, riconquistiamo la loro fiducia, la loro collaborazione, per capire cosa può essere fatto a loro beneficio, a beneficio delle attività economiche, ma soprattutto per sfrattare la mala pianta della criminalità. Tenendo conto del fatto che la sicurezza è si un bene collettivo “tutelato” dallo Stato, ma è compito di tutti noi offrire spunti e suggerimenti per rendere il servizio più incisivo ed efficace.
Dovremmo riuscire a far capire come oltre il controllo di vicinato si può fare un altro passo in direzione della sicurezza partecipata e la polizia di prossimità, vicina al territorio togliendo l’acqua di coltura alla criminalità e se funziona potrebbe essere ripetuto nelle altre aree critiche, in particolare durante la stagione estiva, avvicinando sempre di più le Forze dell’Ordine al territorio, anche senza sirene e lampeggianti, ma con un occhio attento a quanto accade sul terreno“
Renzo Paccapelo Confabitare Fermo